Creazione di microhabitat legati al legno morto, in habitat di faggeta

LIFE: Fagus

FAGUS - Le foreste degli Appennini: buone pratiche per coniugarne l’uso e la sostenibilità


LIFE11 NAT/IT/000135

Life Res MARIS

Oggetto

Tecniche per la creazione di microhabitat su legno morto .

REFERENTE PROGETTO
Di Santo Daniele

SITO WEB

Obiettivo

Creare habitat utili per aumentare la diversità dell’avifauna e dei piccoli mammiferi che svolgono parte del loro ciclo vitale all'interno di cavità di alberi senescenti o morti.

Buona pratica in breve

La buona pratica prevede la scelta di alberi, possibilmente grandi e ramosi, distanti tra loro almeno 20 m, da destinare alla creazione di habitat mediante realizzazione sul fusto di cavità di nidificazione (nest holes) e/o di catini basali (basal slits). Una volta scelti, gli individui devono essere segnati in modo evidente in bosco e georeferenziati, quindi trattati con tecniche specifiche per la realizzazione di cavità o catini.

I nest holes sono realizzati sul fusto, ad una altezza di 1-4 m da terra, attraverso l’apertura di una cavità di dimensione variabile in relazione alla specie ornitologica da ospitare,

L’operazione avviene poi eseguendo le seguenti fasi:

  • quattro tagli frontali per delimitare un tassello di legno e un taglio laterale ad intercettare i tagli frontali per consentirne l’estrazione;
  • estrazione del tassello di legno;
  • riduzione dello spessore del tassello ed esecuzione del foro circolare;
  • applicazione e sigillatura del tassello di legno sulla cavità.

La creazione di basal slits avviene attraverso dei tagli alla base del fusto con cui vengono create una serie di tasche, generalmente tre, disposte in successione verticale e inclinate in modo da favorire il ristagno idrico.

Le tecniche sono abbastanza semplici ma richiedono maestranze esperte e competenti, attrezzature e formazione specifiche, come sempre particolare attenzione alla sicurezza.

In che ambiente è stata realizzata

La buona pratica è stata applicata nelle faggete appenniniche in dei Parchi Nazionali del Cilento (SA) e del Gran Sasso e Monti della Laga. Si tratta di zone tipicamente montane e pedemontane, caratterizzate dalla presenza di centri abitati di piccole dimensioni e da un generale di ritardo di sviluppo della dotazione infrastrutturale.

Condizioni di replicabilità

Le tecniche per la creazione di varie tipologie di habitat sono riproponibili ed applicabile ovunque si trovino obiettivi e condizioni analoghe. Necessitano però di maestranze per formate ed attrezzate.

Materiale disponibile

Dal database GoProFor, nella parte finale della scheda, è possibile scaricare del materiale relativo al progetto e in particolare il Layman’s report è in manuale tecnico dal titolo: “Manuale di buone pratiche per la gestione degli habitat 9210* e 9220*” in particolare le azioni C.5-C.6.