Man.For. C.BD. - Gestire le foreste con obiettivi multipli: carbonio, biodiversità e benessere socio-economico
LIFE09 ENV/IT/000078
Oggetto
Gestione di fustaie appenniniche adulte, a predominanza di cerro e/o di faggio, derivanti da errori o mancanze della gestione passata.
Obiettivo
Messa a punto di tecniche selvicolturali in grado di incrementare la complessità del soprassuolo, sia strutturale sia specifica, per mantenere le funzioni produttive e protettive ma anche incrementare la fissazione di carbonio e la biodiversità.
Buona pratica in breve
In presenza di fustaie caratterizzate da grosse piante, molto spesso di origine agamica, di cerro e/o faggio ma con presenza diffusa anche di altre specie quali: carpini, aceri, sorbi, frassini, salici, nocciolo ecc…, la buona pratica prevede l’adozione di due opzioni gestionali:
- indirizzare il popolamento verso la fustaia (di cerro o di faggio) da trattare a tagli successivi uniformi. La pratica prevede un diradamento dall’alto intorno a 60/90 piante candidate per liberarle dai diretti competitori. Nel caso del cerro, per limitare l’ombreggiamento del suolo e favorire la rinnovazione, sul piano dominato si rilascia su ogni ceppaia, per ridurne la capacità pollonifera, solo il pollone meno vigoroso;
- indirizzare il popolamento verso un bosco misto favorendo la mescolanza, a seconda dei casi, per superficie o per piede d'albero. In questo caso, si scelgono come candidate piante delle specie accessorie: aceri, carpini, frassini e, anche intorno a queste si riduce la competizione effettuando un diradamento. Sullo strato dominato nelle ceppaie si rilascia solo il pollone migliore, che andrà a contribuire alla diversità specifica del soprassuolo.
Entrambe le opzioni gestionali prevedono interventi per la valorizzazione della biodiversità favorendo la presenza di alberi con microhabitat e di legno morto nel breve e nel medio-lungo termine, in quantità e modalità diverse e specifiche a seconda dell’opzione.
In ogni caso l’obiettivo ultimo è quello di mantenere le funzioni tradizionali (protezione idrogeologica e produzione di legname) e di aumentare l’efficacia di quelle emergenti. Tutte gli interventi proposti devono essere sostenibili dal punto di vista economico e permettere la fruibilità per attività turistico-ricreative.
In che ambiente è stata realizzata
La buona pratica è stata applicata all'interno del Bosco Pennataro (Alto Molise), che si estende a quote comprese tra 870 e 1.100 m s.l.m., e fa parte della Riserva MAB (Man And Biosphere) dell’Unesco di Collemeluccio e Montedimezzo. La buona pratica riguarda fustaie adulte miste a predominanza di cerro e/o faggio con problematiche legate alla passata gestione, situazione molto diffusa in tutto Appennino centro-meridionale.
Condizioni di replicabilità
Nonostante l’apparente complessità degli approcci proposti, le tecniche selvicolturali da adottare in entrambe le opzioni gestionali sono facilmente replicabili, anche grazie ai prodotti e all’attività divulgativa del progetto LIFE ManFor C.BD.
Materiale disponibile
Dal database di LIFE GoProFor, nella parte finale della scheda, è possibile scaricare del materiale relativo al progetto, tra cui un manuale dove sono descritte tutte le buone pratiche messe in campo.